Thich Nhat Hanh – Il miracolo della presenza mentale – Ubaldini 1992 

Il Sutra della presenza mentale dice : << Quando cammina, chi si esercita deve essere consapevole che sta camminando. Quando è seduto, deve essere consapevole che è seduto. Quando giace sdraiato, deve essere consapevole che è sdraiato…>>. La presenza mentale riguardo alle posizioni del nostro corpo non basta, però. Dobbiamo essere consci di ciascun respiro, di ogni movimento, di ogni pensiero e ogni sensazione , di ogni cosa che abbia una qualche relazione con noi. 

Consapevolezza corporea, imparare a sentire ogni singolo movimento ogni singola sensazione nello spazio e nell’ambiente che ci circonda. In qualsiasi sport è possibile, anche se non sempre, ascoltarsi e imparare a sentire. E’ un modo per staccarsi dal pensiero ricorrente, dalle aspettative, dalle paure. E’ un modo per mettere in standby il cervello e “farlo respirare un po”. 

E qui nasce il primo equivoco. “Tutto il giorno devo essere consapevole?”. Bhè sarebbe impossibile neanche se lo facessimo di professione. Infatti l’incipit di Thich Nhat Hanh dice “chi si esercita“. Quindi noi che ci esercitiamo, facendo attività fisica per il nostro benessere oppure per un obiettivo prestazionale (disciplina sportiva), almeno in quel frangente dovremmo farlo.

Ma perché dovremmo farlo? Per quale motivo?

I motivi sono tanti, ne elencherò un paio che ritengo essere quelli più importanti:

  1. Quando eseguiamo consapevolmente un gesto mettiamo in connessione la parte conscia e la parte inconscia. (volontaria – involontaria). Questo semplice atto migliora il modo in cui i neuroni “comunicano tra di loro“. In un certo senso “apprendiamo. Può sembrare banale ma non lo è. La forza della ripetizione dell’atto di essere consapevoli “fissa” questo tipo di apprendimento neuronale ed il risultato è quello di migliorare il funzionamento del nostro sistema nervoso a 360°. E Dio solo sa se il sistema nervoso ha bisogno di migliorare sempre il suo funzionamento con tutto lo Stress che gli facciamo recapitare giorno per giorno.
  2. I pensieri che noi abbiamo giorno per giorno rivelano di noi stessi come un singolo neo che abbiamo sulla fronte” cit. Peacefull Warrior. Quindi i pensieri non ci caratterizzano. Il problema è che ne abbiamo troppi. Molti dei quali sono inutili. Quindi, dato che il nostro cervello non può funzionare in multitasking ma gestisce solo un evento alla volta, se io sono concentrato su un gesto sul respiro o sul cammino non potrò avere pensieri. Ergo il mio cervello starà in Stanby (dal pensiero inutile) per tutto il tempo in cui sarò concentrato. Una sorta di ricarica automatica dell’energia celebrale “positiva”.

Tutto questo può sembrare il frutto di “fricchettonate new age” ma non è così.

Fidati!

Io ti esorto a provare. Prova ad eseguire una certa attività fisica ascoltando il tuo corpo. Puoi partire dal respiro o dalle sensazioni corporee.

E… se ti va fammi sapere come è andata. 😉

Alessandro Pardocchi