Come fare per auto-motivarsi?

Benessere psico-fisico, agire, motivarsi, essere costanti. Tutte queste potrebbero essere le Keywords per sintetizzare la sostanza di questo articolo. Di fondo esiste una domanda: come mai facciamo tanta fatica per praticare attività fisica ed avere uno stile di vita più o meno sano? Io ci ho pensato molto a questa domanda e per molto tempo non sono stato in grado di dare una risposta. Qualche giorno fa partecipando ad un incontro divulgativo sulle tecniche di respirazione ho fatto questa riflessione. L’essere umano nelle situazioni difficili da sempre (o quasi) il suo meglio. Come mai allora nella normalità da sempre (o quasi) il suo peggio? Mi spiego meglio. Se io sto bene e non ho particolari motivazioni per prendermi cura di me semplicemente non lo faccio. Come mai? La risposta non è così banale. Ho interpellato colleghi Personal Trainer, Psicologi miei amici e esperti del settore della “motivazione”, insomma un po di gente per capire quale potesse essere il bandolo della matassa.

Alla fine sono arrivato a questa conclusione: nella maggior parte dei casi ci deve essere un fattore scatenante per mettersi in moto. Una crisi, uno o più eventi che ci rendono la cosa indispensabile. Una sorta di “esame di maturità” da superare in modo da agire velocemente. Negli altri casi (un po’ più rari) c’è un vuoto da colmare. E questo può non essere un bene! Ed il vuoto vado a colmarlo con “ossessione”. Mi fisso su un obiettivo (può essere estetico o prestativo) e agisco in modo da raggiungerlo il prima possibile, con abnegazione, con un atteggiamento che potrebbe essere definito “ortodosso”.

Ed allora in base a tutto ciò che ho scritto, cosa potremmo fare per AUTO-MOTIVARCI? Come dovremmo approcciare ad una dimensione meno di “urgenza” o meno “ossessiva”?

La prima cosa che mi viene in mente è il GIOCO. Si proprio quello. Una delle emozioni primarie che lo PsicoBiologo Jaak Panksepp definiva come di fondamentale importanza per la nostra vita. Ovvero, provare piacere da un attività ludica che non abbia uno specifico obiettivo. Io lo metto prima di informare sugli altri benefici perché è la cosa che impariamo fin da piccoli. Giocare! E che da adulti un po’ la perdiamo.

Gli altri suggerimenti sono di carattere psico-bio-fisiologico ed hanno alla base la medesima motivazione: attivare il più possibile il TONO VAGALE. L’attivazione del nervo Vago. Far lavorare molto di più del normale la parte parasimpatica del nostro Sistema Nervoso Autonomo. E come possiamo farlo?

  1. Fare pratica meditativa costante.
  2. Essere socialmente attivi e gratificati (possibilmente senza smartphone).
  3. Favorire un dialogo interiore costruttivo.
  4. Consumare probiotici.
  5. Dormire sul lato sinistro.
  6. Avere una discreta un attività sessuale.
  7. Fare attività fisica che stimoli una respirazione intensa.

Concludendo possiamo sicuramente dire che inserire il Gioco e delle “buone pratiche” nella nostra vita frenetica aiuta ad avere anche un AUTO-MOTIVAZIONE più orientata al proprio benessere reale e duraturo. Saremmo sicuramente più in salute. E, forse, anche più produttivi, più performanti (ma non è questo il nostro scopo principale). Occhio a non trasformare qualcosa di benefico in qualcosa di indispensabile. Non deve essere una Religione. All’inizio sarà un po difficile, ma bisogna tenere aperto il canale del “sentire” e quindi del sentirsi bene. Di conseguenza arriverà anche una naturale ricerca dell’attività preferita da poter praticare senza alcun tipo di sforzo.

Ringrazio il Dott. Marco Marotta e il Dott. Marco Zambello per la stesura di questo articolo.

Alessandro Pardocchi